martedì 23 giugno 2015

Impressioni di riding - Specialized Pitch Pro

Abbiamo analizzato la bici da ferma, ma come va quando si è in sella?

IN SALITA:
La bici si comporta ottimamente in salita, ed esprime il suo massimo potenziale nelle salite sterrate scorrevoli, anche piuttosto ripide. La piattaforma FSR rende la sospensione quasi priva di bobbing e comunque "dolce" sulle piccole asperità, nelle salite asfaltate il blocco totale di entrambi gli elementi sospensiovi la rende davvero rigida. La conformazione "discesistica" del mezzo esce chiaramente fuori in fuorisella, dove lo stem corto e il manubrio larghetto rendono la bici davvero faticosa da far "scattare", forse più delle ruote e delle gomme massicce. Al netto di tutto ciò, la bici si pedala davvero bene anche su tratte medio-lunghe, rendendola una vera "tuttofare".

IN DISCESA:
Giriamo le ruote a valle, abbassiamo il sellino, sblocchiamo le sospensioni, infiliamo l'integrale e via! L'interasse non troppo compatto permette di mantenere il busto in una posizione molto distesa e avanzata, in linea con i moderni canoni dell' Enduro internazionale. La bici si rivela molto precisa nell'inserimento in curva, anche se leggermente pigra nei cambi di direzione e negli spostamenti di peso destra-sinistra (ad esempio nell'uso di paraboliche non artificiali, come il canale scavato dall'acqua). L'assorbimento degli ostacoli da parte del comparto sospensivo è ottimo, anche se con le dovute limitazioni: la forcella si è rivelata infatti poco sostenuta nella parte centrale della corsa per poi diventare molto progressiva negli ultimi 3 cm, il lavoro dell'ammortizzatore è invece ottimo e la curva di compressione ineccepibile, l'unica pecca riscontrata è stata nella tabella fornita da Specialized, alla quale vanno tolti una ventina di PSI per rendere la corsa della sospensione pienamente sfruttabile. Sugli ostacoli la bici ha invece una duplice natura: burbera e veloce nel loro superamento, aerea e "giocosa" quando si tratta di alzare le ruote da terra. Grande pecca sono purtroppo i freni: mi è capitato spesso di andare "lungo" in curva per poca potenza nelle staccate, c'è però da mettere in luce la loro scarsa tendenza al surriscaldamento, grazie anche al diametro oversize dei dischi e al mio bassissimo peso. Sul ripido la bici lavora egregiamente e trasmette una grande sicurezza.

lunedì 22 giugno 2015

Presentazione generale Specialized Pitch Pro 2010

Ho questa bici da febbraio, ma volevo aspettare a recensirla per avere un'opinione più fondata in merito.

La recensione sarà divisa in tre sezioni: una presentazione generale, le impressioni di riding e le conclusioni.

SCHEDA TECNICA:

Telaio: Alluminio in lega M4, 150 mm di travel
Ammortizzatore post: Fox RP2 2010
Forcella: RockShox Pike 351 Solo Air 2010, 140 mm
Freni: Avid Elixir 4, dischi 200 mm ant e 185 mm post
Ruote: 26 pollici, DT Swiss rimarchiate Specialized

Per le altre componenti, a bici da me acquistata usata montava una doppia anteriore, con deragliatore anteriore SLX, un XT 10v come deragliatore posteriore, attacco manubrio FUnnduro da 45 mm e manubrio Funn Fatboy. Pedali Truvativ, sella Norco e come gomme ho lasciato la Geax Goma che ho trovato al posteriore e ho montato una Maxxis Minion DHF SuperTacky 2.35 all'anteriore.

ANALISI TECNICA:

La bici è esteticamente bella, trovo che il colore della 2010 sia il più bello fra quelli commercializzati in Italia. Al posteriore troviamo un collaudatissimo giunto Horst, tipico del carro FSR di Specialized, che rendono la piattaforma molto stabile in pedalata e indipendente dalla frenata in discesa. La bici si va a collocare tra le All-Mountain più spinte, con l'escursione di 150 mm al posteriore e a piattaforma stabile dell'ammortizzatore unita alla Pike da 140 mm e a cerchi non proprio robustissimi. L'interasse lunghetto e un angolo sterzo di 67° con questa forcella ne suggeriscono però una possibilità di impiego più ampia, al livello di "endurine" non troppo spinte che tanto piacciono a certi produttori. I freni suggeriscono da subito una potenza non ottimale (gli Elixir 4 sono infatti composti da pinze Juicy 5 e leve Elixir 3). Le modifiche del precedente proprietario (manubrio più largo e stem più corto) accentuano infatti quest'indole discesistica, non come le Geax Goma montate sia all'anteriore sia al posteriore (con l'anteriore sostituita da una Maxxis Minion subito). Sono comunque state considerate tutte queste variabili a momento dell'acquisto, con i cerchi e i freni che dovrebbero reggere 60 kg di rider.

sabato 20 dicembre 2014

Duel - I migliori film che non avete visto

Duel, il primo lungometraggio firmato Steven Spielberg, datato 1971: ci sono tutte le premesse per un filmone o per un flop, e invece la pellicola si rivela ottima, ma non al livello dello Spielberg successivo. Fotografia curatissima, con tecniche (stacchi improvvisi, dissolvenze) che verranno riprese nei film successivi, Duel riesce nell'intento di creare un crescendo di tensione nello spettatore, fino alla scena finale e alla liberatoria immagine dei titoli di coda. La scelta di far durare il film solamente 90 minuti (dettata inizialmente dall'originale produzione di una pellicola destinata al pubblico televisivo) risulta vincente, in quanto la presenza di un unico personaggio avrebbe rischiato di rendere il film "noioso" con una durata maggiore.
Un film da vedere, da capire e da assimilare, scena per scena.

mercoledì 10 dicembre 2014

Convoy - Trincea d'asfalto (i migliori film che non avete visto)

Considerato un cult movie degli anni '70, Convoy - Trincea d'asfalto può essere considerato il tentativo perfettamente riuscito di ambientare un film western ai giorni nostri: l'ambientazione (il sud degli Stati Uniti), la fotografia, i personaggi (i camionisti sono in fondo i cowboy odierni) e il conflitto con le forze dell'ordine riescono infatti ad inserirlo a pieno titolo in questo filone cinematografico. La trama è molto semplice e lineare: un gruppo di camionisti, dopo diversi screzi con la polizia locale in Arizona, a seguito di una rissa fuggono per cercare riparo in altri Stati e successivamente decidono di dirigersi in Messico. Cardine della narrazione è il sistema radio con cui i camionisti comunicano tra di loro, rendendo il film più vicino alla realtà con un linguaggio scurrile ed un gergo tipico dei camionisti. Un capolavoro del cinema firmato Sam Peckinpah.

P.S.: La "movie song" altro non è che Convoy di C. W. McCall, capolavoro della musica western odierna. Contrariamente a quanto si possa pensare, il film ha tratto ispirazione dalla canzone e non il contrario, come avviene nella maggior parte dei casi.

domenica 7 dicembre 2014

Recensione Mondraker Crafty Xr 2015

Ed Ecco a voi la vincitrice del nostro test! Ebbene sì, una 29er è la nostra vincitrice: forse è la bici meno "race" tra quelle testate, ma è sicura e divertente da guidare.

Specifiche:
Telaio in alluminio 29er
Forcella Rock Shox Pike 29 150mm
Ammo Fox Float CTD Valve Performance Boost 130 mm
Reggisella Rock Shox Reverb Stealth
Freni Formula CR1 180 mm
Cambio Sram X1 1x11 10-42T
Gomme Maxxis High Roller 29x2.30
Peso 13.3 Kg
Prezzo 4400€

In salita:
Questa bici possiede ottime doti da arrampicatrice: l'anteriore non si alza mai, passa benissimo su qualsiasi ostacolo ed è sorprendentemente scattante, senza il minimo accenno di bobbing, eppure il monocorona da 30T unito alle ruotone da 29" rende la salita pesante e faticosa. Non nego che il monocorona sia molto comodo, ma su una bici con queste qualità in salita io avrei agevolmente montato un 28T o addirittura un 26T.

In discesa:
Non sarà la bici più veloce per una gara enduro ma, nonostante i soli 130 mm di escursione posteriore, scende bene e veloce ovunque: sicura sullo scassato veloce nonostante l'altezza da terra tipica delle mtb da 29", sul ripido è affidabile e tranquilla e anche nello stretto non sfigura. Le Maxxis High Roller sono state sempre una sicurezza, anche sul ripido viscido, l'ideale in ogni situazione.
La bici con cui mi sono trovato meglio in questo test e quella che, forse, rende al meglio l'idea di Forward Geometry di Mondraker.





Conclusioni:
Sono davvero le 29er il futuro della Mountainbike? Per un pro non lo so, ma per un dilettante sono una comodità non indifferente.

domenica 30 novembre 2014

Romeo and Juliet - Dire Straits

Devo dire che le canzoni romantiche non rientrano nella musica che ascolto tutti i giorni, che si divide principalmente in due categorie: la prima è quella che ascolto la mattina sull'autobus o prima di qualche evento particolare, quella che mia madre chiama genericamente "rumore senza senso", la seconda è quella di canzoni abbastanza riflessive, principalmente italiane, nelle quali mi ritrovo, ma sempre con un ritmo abbastanza incalzante. Questa canzone mi piace un sacco, ma non rientra nelle due categorie sopra citate: è Romeo and Juliet dei Dire Straits, dell'ottobre 1980.
La canzone consiste per la gran parte in un monologo di Romeo che, in netto contrasto dalla tragedia di Shakespeare, parla del suo amore non corrisposto verso Giulietta, delle promesse fatte da lei e non mantenute, cercando di convincerla a riallacciare le fila del loro rapporto. La canzone non riporta la risposta di Giulietta, ma il fatto che si concluda in maniera ciclica con gli stessi versi dalla prima strofa fa capire come la risposta sia stata negativa. La carica poetica dei Dire Straits in questa canzone, che può essere considerata il loro capolavoro, ci fa nuovamente capire quanto fossero belli gli anni '80, quando le hit del momento erano vera musica, intesa come commistione di suono e poesia, e non "when i met you in the summer".


Recensione Norco Aurum 2015

Questa è la bici che si è classificata seconda, un vero tritatutto in discesa!

Specifiche:
Telaio in alluminio 26"
Forcella Rock Shox Boxxer 200 mm
Ammortizzatore Rock Shox Kage RC
Cerchi Sun inferno 29 da 26"
Gomme Maxxis Minion DHF 26x2.40 ant, Maxxis Minion DHR II 26x2.40 post
Deragliatore Shimano Zee Shadow Plus
Freni Shimano Zee 200 mm

Come va:
Un vero tritatutto: passa ovunque, non troppo pesante da non poter alzare l'anteriore, abbastanza lunga da essere stabile sul ripido e  sui salti ma non eccessivamente da risultare impacciata nello stretto, a patto di essere abbastanza veloci. La Boxxer da 200 mm è fenomenale, burrosa all'inizio ma giustamente progressiva oltre la metà corsa, i freni sono giustamente molto potenti. Sulle curve paraboliche la bici era decisamente stabile e incisiva, tanto da invitarti a osare pieghe esagerate. Tra i punti a suo sfavore troviamo le pessime manopole Norco Lock-on, eccessivamente sottili e sensibili per una bici da DH e le leve dei freni, che forse erano posizionate in maniera errata ma comunque un po' "vaghe" come tenuta. Per quanto riguarda le Maxxis Minion, si sono dimostrate stabili e con una grande tenuta in frenata ovunque, tranne sul fango eccessivo, dove peccano di una scarsa tenuta laterale.

Conclusioni:
Una bici decisamente azzeccata il Downhill/freeride, non eccessivamente pesante, giocosa da guidare ma che trasmette comunque sicurezza. Rapporto qualità/prezzo ottimo.